2012 VP113,questo il nome del nuovo pianeta nano scoperto da Scott Sheppard della Carnegie Institution for Science di Washington DC. Si tratta di un pezzo di roccia e ghiaccio di 450 km di larghezza e si trova a 80 unità astronomiche dal Sole al suo massimo avvicinamento. Fino ad oggi il pianeta nano più lontano osservato era Sedna che,scoperto nel 2003, ha una larghezza di circa 1000 km e si trova a 76 UA."Questo è un risultato straordinario che ridefinisce la nostra comprensione del nostro sistema solare", ha dichiarato alla stampa Linda Elkins-Tanton, direttore del Dipartimento di Magnetismo Terrestre della Carnegie. I movimenti "inconsueti" di questi pianeti nano suggeriscono la probabile presenza di un oggetto ancora più lontano, probabilmente a 450 UA dal sole, un oggetto grande forse come Marte o addirittura la terra. Ovviamente a quelle distanze le nostre capacità osservative si riducono molto e probabilmente anche il telescopio spaziale Kepler della NASA non avrebbe grossi successi visto che, come dice William Welsh della San Diego State University e membro del team Kepler, i presupposti di utilizzo di Kepler sono basati sull'osservazione di variazioni di luminosità nei transiti dei pianeti extrasolari sulle loro stelle aliene.
---English Version---
VP113 2012 , the name of the new dwarf planet discovered by Scott Sheppard of the Carnegie Institution for Science in Washington DC. It is a piece of rock and ice than 450 km wide and is about 80 astronomical units from the Sun at its closest approach . Until now, the most distant dwarf planet Sedna was observed that , discovered in 2003 , has a width of about 1000 km and is located at 76 AU. "This is a tremendous achievement that redefines our understanding of our solar system ," said Linda Elkins - Tanton printing , director of the Department of Terrestrial Magnetism at the Carnegie . The movements " unusual " of these planets dwarf suggest the probable presence of an object farther away , probably to 450 AU from the sun, a large object such as Mars or maybe even the earth. Obviously those distances our observational capacities are reduced and very probably also the Kepler space telescope NASA would not have seen that big hits , says William Welsh of San Diego State University and a member of the Kepler team , the conditions of use are based Kepler observation of changes in brightness in the transits of extrasolar planets on their alien stars .
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