Lo storico Kisari Mohan Ganguli, sostiene che il Mahabharata e il Ramayana sono pieni di descrizioni di olocausti nucleari, sul modello di quelle di Hiroshima e Nagasaki.
Vogliamo partire da questa ipotesi per citare alcuni dei testi più misteriosi e al tempo stesso affascinanti del mondo antico. Il Mahabharata è una delle due maggiori epopee sanscrite dell'antica India, l'altro è il Ramayana. Si compone di 100.000 versi diviso in 18 libri. Un opera monumentale , per dare una idea della grandezza di questo testo basta pensare che è grande quanto otto volte l'Iliade e Odissea messe insieme. Questi testi antichi sono più di una narrazione storica. Si tratta di una combinazione di fatti, storie e leggende miti. IN questi testi vengono menzionate armi di distruzione di massa "sparate" da velivoli che solcano i cieli a bordo dei quali vi sarebbero gli Dei ! Dei che hanno spesso fattezze umane , con desideri, passioni e bisogni simili agli uomini.
Tratti dal Mahabharata proponiamo i seguenti versi:
"Gurkha, volare un Vimana rapido e potente,
scagliato un solo proiettile
caricato dal potere dell'Universo.
Una colonna incandescente di fumo e fiamme,
brillante come diecimila soli,
rosa con tutto il suo splendore.
Era un'arma sconosciuta,
un fulmine di ferro,
un gigantesco messaggero di morte,
che ha ridotto in cenere
l'intera gara della Vrishnis e le Andhakas.
I cadaveri erano così bruciati
da essere irriconoscibili.
Capelli e unghie caddero;
Pottery rotto senza causa apparente,
e gli uccelli diventarono bianchi.
... Dopo poche ore
tutti gli alimenti erano infetti ...
... i soldati fuggirono da questo fuoco
e si gettarono in corsi d'acqua
per lavarsi le loro attrezzature. "
...- prosegue -....
"frecce dense di fiamma,
come una grande doccia,
usciva al momento della creazione,
che comprende il nemico.
Una fitta oscurità rapidamente risolta sui padroni di casa Pandava.
Tutti i punti cardinali sono stati persi nel buio.
Forte vento ha cominciato a soffiare
Nuvole ruggivano verso l'alto,
doccia polvere e ghiaia.
Uccelli gracchiavano follemente ...
gli elementi sembravano disturbati.
Il sole sembrava vacillare nei cieli
La terra tremò,
bruciata dal terribile calore violento di questa arma.
L'Elefanti scoppiò in fiamme
e corse avanti e indietro in una frenesia ...
su una vasta area,
altri animali caddero a terra e morirono.
Da tutti i punti cardinali
le frecce di fuoco piovevano continuamente e fieramente "-. Il Mahabharata
Mille sono i punti di questi testi dove si descrive l'uso di armi, che oggi un lettore potrebbe identificare con le armi atomiche , ma esistono prove reali dell'uso di armi nucleari nell'antichità?
Nel 1992 i ricercatori hanno scoperto in Rajasthan uno strato di cenere radioattiva, che copre una superficie di circa otto chilometri quadrati, 16 chilometri a ovest di Jodhpur. La radiazione è così intensa che contamina ancora tutt'oggi la zona. Ancora più famosi sono gli scavi dei ricercatori Harappa e Mohenjo-Daro.
Luoghi in cui è stata rivenuta una vasta area di vetrificazione , un fenomeno tipico delle zone dove ci sono stati esperimenti nucleari, inoltre sono stati trovati scheletri sparsi in tutta l'area come se un evento improvviso si fosse verificato devastando intere città. Il sito dove i ricercatori hanno trovato scheletri e resti di radioattività è molto simile a Hiroshima e Nagasaki, ma con una differenza notevole: i livelli di radiazione
trovata a Harappa e Mohenjo-Daro erano 50 volte superiori ai resti dell'olocausto nucleare di Hiroshima e Nagasaki . Ricordiamo i teorici degli antichi astronauti che ritengono un cratere di 2.154 metri di diametro presente nei pressi di Mumbai, l'effetto di una esplosione atomica verificatasi 12000 anni fa circa.
Per concludere mi piace citare una vecchia leggenda che conoscono gli studenti di fisica delle università americane . Si narra che uno studente chiese al Dr. Oppenheimer se il primo ordigno nucleare mai fatto esplodere fosse quello di Alamogordo, durante il Progetto Manhattan... Il Professore accennando un sorriso a mezza bocca rispose:" ... Beh ... sì. Nei tempi moderni, sì, certo....".