Nasa: un workshop sulla vita extraterrestre
TECNOMARCATORI E BIOMARCATORI
Nel settembre del 2018 la NASA ha ospitato il Workshop sulla tecnologia dei materiali.
Il report uscito nelle scorse settimane ha generato non poco clamore in ambito scientifico ( e non....) .Da sempre la comunità scientifica ( in maniera non sempre pubblica) ha sottolineato l'importanza della ricerca di tecnomarcatori e biomarcatori come segnale primario della vita esobiologica.
La ricerca di forme biologiche extraterrestri è una ricerca affascinante e maggiore interesse lo riscontriamo da quando , grazie alla scoperta di migliaia di pianeti extrasolari, il pubblico si è avvicinato all'idea della vita al di fuori del pianeta.
È giusto ricordare però che questo tipo di ricerca si perde nei decenni , sin da quando fu istituito il progetto SETI per la ricerca di vita extraterrestre, e probabilmente ancora prima quando l'astronomo Drake formulò la sua nota equazione ( secondo la quale solo nella nostra galassia dovevano essere a centinaia le civiltà tecnologicamente avanzate e contemporanee alla nostra) .
Oggi gli scienziati si affidano anche a strumenti sofisticati per cercare indicatori rivelatori di processi biologici (ovvero biomarcatori) e attività tecnologiche ( tecnomarcatori ), che potrebbero indicare non solo la vita ma l'intelligenza avanzata.
Lo scopo quindi di questo seminario era di valutare lo stato dell'avanzamento di queste tecnologie di ricerca e dove è meglio investire per centrare un obiettivo che sarebbe a dir poco epocale . La scoperta di vita extraterrestre!
L'evento si è svolto presso il Lunar and Planetary Institute (LPI) di Houston
Sono stati affrontati molti argomenti che trattano la ricerca di tecnomarcatori
Come : la ricerca radio di intelligenza extraterrestre (SETI), megastrutture, data mining e ricerche di luce ottica e vicino infrarosso (NIL).
I tecnomarcatori
I tecnomarcatori sono ciò che noi umani riconosciamo come segni di attività tecnologicamente avanzate. L'esempio più noto sono i segnali radio, che i ricercatori SETI hanno trascorso negli ultimi decenni a cercare. Ma ci sono molte altre firme che sono state esplorate completamente, e altre sono sempre state solo concepite.Questi includono emissioni laser, che potrebbero essere utilizzate per comunicazioni ottiche o come mezzo di propulsione ; segni di megastrutture, che alcuni ritenevano essere la ragione del misterioso oscuramento della stella di Tabby; o un'atmosfera piena di anidride carbonica, metano, CFC e altri inquinanti noti, Dyson Spheres e altre megastrutture attorno alle stelle.
Nel report viene definito dai ricercatori qual'è il livello tecnologico attuale capace di cercare questi marcatori e quali sono le prospettive, a proposito di questo viene citato uno studio del 2005 di Chyba e Hand:
"Gli astrofisici ... hanno passato decenni a studiare e cercare i buchi neri prima di accumulare le prove convincenti di oggi che esistono.Lo stesso si può dire per la ricerca di superconduttori a temperatura ambiente, decadimento del protone, violazioni della relatività speciale o del bosone di Higgs. In effetti, gran parte della ricerca più importante ed entusiasmante in astronomia e fisica riguarda esattamente lo studio di oggetti o fenomeni la cui esistenza non è stata dimostrata, e che in effetti potrebbe rivelarsi non esistere. In questo senso l'astrobiologia si confronta semplicemente con ciò che è una situazione familiare, persino banale in molte delle sue scienze sorelle ".
Uno dei principali tecnomarcatori è da ricercare senz'altro nella radioastronomia.
Il rapporto stabilisce che solo una sorgente radio astronomica a banda stretta può avere un'origine artificiale, poiché le trasmissioni radio a banda larga sono un evento comune nella nostra galassia.
L'esempio portato a nel testo fa riferimento al famosissimo segnale "WOW " che è stato rilevato il 15 agosto 1977 , il radiotelescopio notò un improvviso salto nelle trasmissioni radio. Ma non si fu in grado di ritrovare tale segnale
Allo stesso modo, si sono analizzati i segnali ottici e di luce nel vicino infrarosso (NIL)
estremamente complessi da comprendere. Lo stesso SETI utilizza dei rilevatori di questo tipo .
Si è analizzata anche la possibilità della ricerca di tecnomarcatori che sfiorano la fantascienza come megastrutture (sfere di Dyson), delle enormi strutture (ipotizzate) che potrebbero essere utilizzate da civiltà extraterrestri per recuperare l'energia delle stelle. Questi oggetti, solo ipotizzati, se esistessero dovrebbero oscurare parzialmente la luminosità stellare a fasi alterne . Quindi sarebbero potenzialmente rilevabili da telescopi spaziali con una tecnica che usiamo ormai da anni per rilevare i pianeti orbitanti intorno le stelle. In pratica il transito di un pianeta nel suo moto di rivoluzione intorno ad una stella produce un calo della luminosità proveniente da questa, che i telescopi spaziali riescono a leggere ( stesso accadrebbe per i dischi di Dyson).
Il rapporto affronta anche eventuali tecnomarcatori che possono esistere nel nostro Sistema Solare.
È stato ricordato il caso di Oumuamua primo asteroide interstellare conosciuto la cui traiettoria è risultata modificata da azioni non gravitazionali ( il che vuol dire che non c'è alcun motivo per il quale questo asteroide avrebbe dovuto cambiare direzione se non per unaltro spinta artificiale
LE SCIENZE
Ovviamente si è cercato una giustificazione tutto questo dichiarando che forse Oumuamua è un tipo di cometa sconosciuto, questo perché le comete cambiano la loro direzione sull'orbita in quanto i ghiacci che si sciolgono avvicinandosi al sole producono dei getti di materia che ne deviano la rotta in modo insolito...ma questa è sembrata anche in ambito scientifico una pezza a colori.
Secondo studi recenti, è possibile che questo oggetto sia in realtà una sonda aliena e che migliaia di tali oggetti potrebbero esistere nel Sistema Solare (alcuni dei quali potrebbero essere studiati nel prossimo futuro ).(citazione originale del workshop NASA)
IL report NASA cita addirittura i tentativi di ricerca dell'agenzia qui sul nostro pianeta . In pratica sono stati ricercati (questo dichiara il report) artefatti tecnologici che potrebbero avere una provenienza extraterrestre. Questa affermazione è senz'altro una novità per un gruppo di ricerca Dove la NASA la fa da protagonista ,nello studio in pratica si ammette di aver condotto ricerche su manufatti alieni sul pianeta terra, dando credito così a tutta una serie di "dicerie"e storie assurde(almeno tali fino a questa dichiarazione)riguardo al fatto che scienziati ( astronomi , fisici e biologi) nel corso degli anni sono stati notati in luoghi piuttosto insoliti del pianeta a svolgere esperimenti e a occuparsi di questioni che in linea teorica poco avevano a che fare con il loro settore, come l'ambito archeologico.
Un'altra possibilità vagliate in questo workshop è basata sui" messaggi in bottiglia" lasciati dalle varie sonde come le Pioneer e le Voyager lanciate dall'uomo negli ultimi decenni.
In definitiva, anche se fino ad ora nessun tentativo di ricerca ha dato un esito positivo, ci sono considerevoli opportunità per la rilevazione futura della tecnologia extraterrestre grazie allo sviluppo di strumenti di prossima generazione e a metodi di ricerca raffinati. Tutti i progetti scientifici in atto e quelli in progetto
combinati con un software migliorato e metodi di condivisione dei dati, dovrebbero produrre risultati nuovi ed entusiasmanti in un futuro non troppo lontano.
La famosa domanda, nota come paradosso di Fermi, «Dove sono tutti quanti?» («Where is everybody?») Continua a valere. Ma il dato positivo di questo paradosso è che basta trovare una sola volta la risposta è sarà risolto!
Il rapporto finale, " NASA e Search for Technosignatures ", è stato compilato da Jason Wright e Dawn Gelino -rispettivamente un professore associato presso il PSU e del Center for Exoplanets and Habitable Worlds (CEHW) e un ricercatore di NASA Exoplanet Science Institute(NExScI) .