venerdì 10 aprile 2015

Le Batterie di Baghdad

La batteria di Baghdad è un oggetto, scoperto a quanto si dice , nei pressi di Baghdad fra i ruderi di un villaggio vecchio 2000 anni. L'oggetto in questione assomiglia a moderne pile a batteria chimica usata per produrre elettricità. Nel 1936 al tedesco William Koenig , un archeologo dilettante che viveva in Iraq, fu mostrato un oggetto che somigliava molto ad una batteria e che si dice fu dissotterrato a Khujut Rabu'a, il sito di un antico villaggio vicino a Baghdad. L'oggetto era costituito da un vaso di terraglia in cui era cementato un  cilindro di metallo alto circa 10 cm.  Il cilindro era fatto di una lamina di rame saldato con una
lega di 60% di stagno, simile alla lega per saldatura in uso ai giorni nostri. Sul fondo del cilindro  era saldato un disco di rame , isolato con asfalto.
La parte superiore era chiusa da un tappo, dal quale sporgeva un tondino di ferro che era stato eroso in modo da poterlo usare come elettrodo. Venuto a conoscenza di questa scoperta, un ingegnere americano, W.F.M.Gray, costruì nel 1940 un modello funzionante di questa pila. Lo riempì di solfato di rame come elettrolito e scoprì che esso produceva effettivamente una corrente elettrica.  Non è dato sapere quale elettrolito possa essere stato usato nel modello originale, ma è noto che sarebbe stato disponibile l'acido acetico o citrico. Koenig venne a sapere che oggetti analoghi, forse proveniente da Ctesifonte, un altro sito antico nei pressi di Baghdad, erano in possesso del museo di Berlino. Si trattava di 3 grandi vasi, uno contenente 10 cilindridi rame , un altro 10 tondini di metallo e l'ultimo contenente tappi d'asfalto. Mentre Ctesifonte Continuò ad esssere abitato fino all'VIII secolo D.C. si ritiene che il villaggio di Khujut Rabu'a sia stato fiorente fino alla fine del III secolo D.C.  Koenig formulò l'ipotesi che le pile fossero state usate in un pèrocedimento di placcatura d'oro di vasi onamentali mediante galvanostegia, e proclamò l'esistenza di placcature anche su vasi di rame, riportati alla luce in Iraq, che risalivano al 2500A.C. Battendo leggermente su questi vasi , dalla superficie si staccava una sottile patina bluastra, e ciò corrisponderebbe a uno strato placcato d'oro.
Non è affatto da escludere che 2000 anni fa sia esistita nel vicino oriente la tecnologia necessaria per fabbricare e usare una pila capace di produrre una corrente continua,  data la lunga storia di progressi nella metallurgia e nella chimica che precedette quel periodo. Troppi particolari della storia però rimangono oscuri per permettere una conclusione positiva. Per quel che si può stabilire , gli oggetti in questione non sono stati datati  con esattezza. Koenigscrisse che la batteria era "passata per molte mani" prima che egli venisse a sapere della sua esistenza. E' quindi possibile che essa non fosse stata nemmeno trovata fra le rovine antiche. Secondo Gray.
 Nell'odierna Baghdad i metallurgici usano dei bagni di placcaggio di metallo collegati a rudimentali pile voltaiche. Forse si sevono di una tecnica scoperta due  millenni or sono e conservata gelosamente. Nen è detto però che tale tecnica non derivi invece dalle pratiche europee di galvanostegia sviluppate nell'ottocento  e adattate ai materiali diponibili nel vicino oriente. In quest'ultimo caso non è da escludere che la famosa batteria di Baghdad siaun manufatto recente, buttato via  sbadatamente o presentato fraudolentemente a Koenig come scoperta archeologica.

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