sabato 6 dicembre 2014

Le miniere di Re Salomone

Mi imbattei in questa leggenda alcuni anni fa  quando, durante uno studio sulla mitica Arca dell'Alleanza, scoprii risvolti storici di epoca moderna che mi hanno portato a fare nuove e interessanti studi riguardo le miniere di Re Salomone. Lo studio sull'arca dell'alleanza ovviamente non è stato messo da parte , ma ha assunto risvolti che meritano più di qualche riga per essere esplicitati.
Le mitiche miniere di Re Salomone, sarebbero null'altro che miniere d'oro (o di platino), situate nei territori etiopi proprietà per discendenza del figlio di Re Salomone e della regina di Saba , Menelik.
Le miniere sono state rese celebri dal romanzo di  Henry Rider Haggard (1885) "Le miniere di re Salomone", H.R.Haggard è venuto a conoscenza di questa leggenda mentre si trovava con l'esercito di  Napier contro il Negus Teodoro II nel 1866 nella regione di Haud. L'interesse per queste miniere da parte degli Inglesi e degli Italiani  si esplicitò nel 1930 , come cita Enrico Cernuschi in un suo libro del 2010 , imilitari dei due popoli fecero delle osservazioni aeree, con fotografie, della zona di confine tra la Somalia Britannica e quella Italiana, inviando poi ai rispettivi esperti governativi le foto e le riprese effettuate.Le conseguenze non furono subitanee in quanto l'indebolirsi dei rapporti diplomatici non consentì un lavoro di ricerca in sinergia delle miniere. Infatti tra il 1937 ed il 1938 l'Italia intraprese, a seguito dello studio dei rilievi effettuati alcuni anni prima, una campagna di ricerca di questi giacimenti d'oro , fino a rinvenire nel 1940 alcune miniere di platino, delle quali iniziarono fin da subito lo sfruttamento. Cernuschi fa nomi e circostanze delle società che parteciparono all'estrazione .
Gli operai di queste società purtroppo non fecero una bella fine, in quanto vennero tutti sterminati nel gennaio del 1941 dalle forze alleate.
E' a questo punto che nella storia ufficiale entra la leggenda, infatti un mito Etiope vuole che in uno degli obelischi di Axum fosse incastonata la mappa per ritrovare le mitiche miniere di Re Salomone! La domanda sorge spontanea: visto che gli unici dati esistenti, che avrebbero consentito il ritrovamento delle miniere,  erano in possesso sia dei Britannici che degli Italiani(rilievi fotografici) e visto che nei primi anni '30 gli Italiani erano entrati in possesso del  più antico obelisco di Axum(quello della leggenda?) , non è che gli italiani, che avevano trasportato l'obelisco di Axum a Roma , avevano rinvenuto la mitica mappa del mito? Questo è avvalorato anche dal fatto che i Britannici pur possedendo gli stessi studi aerei non trovarono mai le mitiche miniere. Ma la storia non finisce qui, anzi si infittisce di mistero e rende ancora più plausibile la nostra storia.
Gli inglesi per circa 60 anni hanno insistito con l'Italia per la restituzione agli Etiopi  dell'obelisco di Axum offrendosi addirittura, e a più riprese, di curarne il restauro e il trasporto in Etiopia. Tutta questa filantropia ci sembra almeno un pò sospetta, non perchè siamo dei complottisti , ma poichè conosciamo come funzionano questi interessi internazionali .(almeno un pò!). Ma veniamo ai giorni nostri... Nel 2002  l'Italia decide di restituire la stele ai leggittimi proprietari smontandola , nel novembre dello stesso anno. In attesa della partenza l'obelisco pare si sia danneggiato durante una tempesta di fulmini che , a detta di testimoni( da verificare), avrebbe danneggiato ( guarda caso!!)la parte che conteneva la cifratura (la mappa) che indicava la posizione delle miniere di Re Salomone!!!
A seguito di questo evento , ancora più stranamente, i Britannici, non hanno più inoltrato richieste con offerte per restauri e trasporti, e pensare che la stele è rimasta 3 anni bloccata a Gibuti   per questioni burocratiche e di fondi!!!

Aluni punti di questa vicenda sono ancora ignoti , ci ripromettiamo di tenervi aggiornati. Altri punti sono probabilmente solo leggenda o mito , ma come sappiamo i miti spesso sono solo realtà enfatizzate....

Nessun commento:

Posta un commento