mercoledì 10 dicembre 2014

Bolivia: Geoglifi di Sajama, Puma Punku e i segreti degli Aymara

Quella che vogliamo raccontare è la storia di una regione del mondo , studiata solo di recente, che riserva agli esploratori sempre nuove sorprese, la Bolivia.
Anche se non famosi come quelli di Nazca in Perù, i geoglifi di Sajmara in Bolivia, sono sorprendenti e allo stesso tempo misteriosi.
Catalogati per la prima volta  nel 1932 dal viaggiatore Aimé Félix Tschiffely, queste linee radiali sembrano essere state incise nella terra con la stessa tecnica delle linee di Nazca , in un periodo che comprende gli ultimi 3000 anni , si sviluppano in un territorio di circa 22000 chilometri quadrati e le linee larghe fino a 10 metri , sono lunghe anche 20 chilometri. A differenza di quelle di Nazca, i geoglifi, non hanno forme ben definite (pur essendo presenti a Nazca linee radiali), come animali o forme umane.
 Le linee di Sajama sembrano intersecare  tutte alcuni specifici punti , creando giochi di intersezioni che ricordano molto le linee ortotecniche sulle mappe moderne.
Fin qui già il fascino della storia sarebbe sufficiente per scrivere un nuovo Indiana Jones, ma c'è di più, molto di più....
 A circa 300 chilometri da questa zona impervia e poco nota alle cronache si trova uno dei luoghi più magici e affascinanti dell'intero sud America , il complesso di costruzioni e magaliti di Tiwanaku, nel quale si trova Puma Punku, una zona monumentale foriera di teorie tra le più fantasiose e accattivanti dell'ultimo secolo. Su puma Punku si è scritto molto , sopratutto da parte dei teorici degli antichi astronauti ,  i quali ritengono che l'antica città stessa sia stata costruita da extraterrestri. 
Effettivamente rimane un mistero come, uomini poco progrediti abbiano potuto trasportare su questo altopiano sperduto centinaia di tonnellate di materiale, che sul posto non era presente(compreso granito), come abbia fatto ad intagliarlo con una precisione chirurgica, tanto che non è occorsa malta per saldare i blocchi megalitici che compongono gli artefatti . Studi moderni , dell'università della Pennsylvania, dimostrano che le tecniche architettoniche e ingegneristiche applicate su questi manufatti, quasi 2000 anni fà, non sono ancora identificabili.
Un popolo , però, unisce i geoglifi di Sajama e i megaliti di Punma Punku, gli Aymara. Gli Aymara sono un inzieme di popolazioni che si riconoscono sotto una antica lingua , l'Aymara appunto. La maggioranza di loro si trovano nei pressi del lago Titicaca e sono normalmente dediti al culto degli anctichi antenati e al culto della madre terra. Questo popolo che ha vissuto in contemporanea con lo sviluppo della civiltà , che ha prodotto,  sia i megaliti che i geoglifi di cui abbiamo parlato è all'origine del mistero di cui ci stiamo occupando, infatti, non se ne conosce ne l'origine ne la provenienza, ne tanto meno come si sia estinta , tanto improvvisamente quanto è apparsa. Il loro destino sembra quello di molte civiltà precolombiane scomparse all'improvviso e in circostanza inspiegabili.... Fin qui la storia ufficiale, certo che i teorici degli antichi astronauti hanno per le mani, a loro dire, molto di più. Basti pensare che si ritiene (secondo loro) che le costruzioni Puma Punku come i geoglifi di Sajama abbiano in realtà 12000 anni, tesi avvalorata da sedimenti e reperti datati di quel periodo e ritrovati sul posto. Le umane sensazioni, per chi scrive, hanno valore quasi pari a quello scientifico talvolta, e possiamo assicurare a chi legge, che quando si visitano certi posti , difficilmente  si ritorna a casa pensando che tutto sia solo frutto di una mano "umana", almeno per come la conosciamo!!



Nessun commento:

Posta un commento